• Renew Europe IV

Tortora, 18 marzo 2023 – “A Tortora ho portato ancora una volta il mio netto e perentorio no alla riapertura dell'impianto di San Sago". A riferirlo è il vicepresidente del Consiglio regionale Mario Polese. Davanti a una platea di oltre mille persone e composta da sindaci, associazioni. cittadini e studenti, l’esponente di Italia Viva ha evidenziato come la scelta di un impianto di stoccaggio rifiuti in uno dei posti più belli del sud Italia, sia una scelta scellerata e senza senso, portando un esempio calzante: “Ognuno di noi a casa ha i secchi per raccogliere la spazzatura, ma nessuno si sognerebbe di collocare questi all’interno del salotto di casa. Ora se questo tratto stupendo compreso tra Basilicata e Calabria è considerato da chiunque un vero e proprio salotto, capite quanto può essere assurda e ingiusta una decisione del genere?”. “Io in prima persona, in coerenza con la proposta da me portata in Consiglio e votata all’unanimità contro la riapertura dell’impianto, e tutto il gruppo di Italia Viva del Lagonegrese, stiamo mettendo e metteremo in campo tutte le azioni in campo per scongiurare una riapertura dannosa per le comunità e per un territorio già messo in ginocchio a livello infrastrutturale, economico e turistico da una frana come quella di Castrocucco che va risolta al più presto”, ha dichiarato a gran voce il vicepresidente del Consiglio regionale lucano. “La presenza di tanti giovani e cittadini che lottano accanto alle istituzioni è un segnale positivo di speranza e forza, in una bellissima giornata di sole che speriamo illumini le menti di chi dovrà decidere le nostre sorti all’interno di una Conferenza dei servizi che non potrà fare a meno di sentire e ascoltare il nostro forte e deciso No”, ha sottolineato Polese che ha concluso: "Sono orgoglioso di aver partecipato a questa manifestazione insieme a una nutrita delegazione del mio partito Italia Viva che dall'inizio di questa vicenda non ha mai fatto mancare il proprio sostegno contro l'impianto di San Sago".

Potenza, 17 marzo 2023. “Il bicchiere lo possiamo vedere mezzo vuoto o mezzo pieno a seconda dell’ottimismo o del pessimismo di giornata, ma resta che non è colmo. Ed è così per lo stabilimento Stellantis di San Nicola di Melfi. Al netto delle analisi c’è un dato oggettivo che preoccupa: nello stabilimento più grande del Mezzogiorno si producono circa la metà delle vetture che si producevano in passato e, pur volendo essere ottimisti, nel prossimo futuro la produzione non salirà ai livelli ottimali”. Lo dichiarano in una nota Mario Polese, consigliere regionale di Iv, Mauro Basso componente della segreteria provinciale, Alessandro Panico, membro della segreteria regionale e assessore al Comune federiciano e Vincenzo Destino, presidente del Consiglio comunale di Melfi, che proseguono: “Condividiamo le analisi de Il Sole 24 ore di oggi e le preoccupazioni del sindaco di Melfi e di alcuni dei protagonisti del mondo produttivo lucano, del sindacato e del presidente di Confindustria Basilicata, Francesco Somma. A Melfi, come titola l’autorevole quotidiano economico nazionale, sono a rischio il 40 per cento dei posti di lavoro. Se ciò avvenisse sarebbe una tragedia per l’intero settore dell’indotto di San Nicola, del Vulture e della Basilicata intera”. “Il problema – proseguono Polese, Basso, Panico e Destino -, come pure evidenziato da Il Sole 24 ore, non è la transizione ecologica ma i volumi produttivi calati in solo 8 anni da quasi 400 mila auto prodotte all’anno a meno di 170 mila dell’ultimo periodo. Ed è ancor più preoccupante il fatto che Stellantis Melfi sia lo stabilimento italiano dell’intero gruppo automobilistico con la riduzione di produttività più alta”. “E’ evidente che sono dinamiche complicate che hanno diverse cause non solo locali e nazionali. Ma non si può nemmeno pensare solo a soluzioni temporanee e limitate. Serve una visione di insieme per immaginare un futuro diverso da una lunga e inesorabile crisi. Noi già da un paio di anni ci siamo fatti portatori di proposte in materia di infrastrutture, formazione e riconversione. Oggi serve l’impegno congiunto del Governo regionale e dal Governo nazionale, a partire dal documento strategico lanciato il 19 gennaio, noto come ‘Manifesto di Melfi’ e da proposte come l’ampliamento della ZES, la dichiarazione di area di crisi complessa sull’ automotive, l’ITS meccatronico nel Vulture, il potenziamento delle connessioni ferroviarie e un grande investimento sulla transizione energetica dell’area. Italia Viva e il Terzo Polo sono pronti a fare la propria parte a tutti i livelli istituzionali”, concludono. 

Potenza, 16 marzo 2023. “Tutti noi che facciamo politica abbiamo un debito enorme nei confronti di Aldo Moro. Non dimenticarlo è un dovere che gli anni trascorsi non deve indebolire. Eventi come quello di oggi a Potenza promosso dall’ex parlamentare Peppino Molinari sono importanti anche per questo”.

E’ quanto dichiara il vicepresidente del Consiglio regionale della Basilicata, Mario Polese di Italia Viva nel quarantacinquesimo anniversario del rapimento del presidente nazionale della Democrazia Cristiana da parte delle Brigate Rosse e del barbaro assassinio della sua scorta in via Fani a Roma. Polese ricorda: “Non sarebbe stata una giornata qualunque, quel giovedì 16 marzo del 1978; in mattinata il Parlamento era chiamato al voto di fiducia per il quarto Governo guidato da Giulio Andreotti. Si votava per la storia: per la prima volta dalla nascita della Repubblica il Pci di Enrico Berlinguer avrebbe sostenuto l’esecutivo dando concretezza a quel progetto politico a cui lavorava lo stesso Moro da anni. Quel giorno però, non entro nei libri di storia per l’ufficializzazione del ‘compromesso storico’ ma per la pagina più tragica della politica italiana dal dopoguerra: il rapimento di Moro e la sua successiva condanna a morte decisa dal ‘Tribunale del popolo’ che ispirato dalle forze terroristiche più estreme della sinistra italiana colpì al cuore non solo lo Stato ma un intero processo di democrazia che avrebbe probabilmente proiettato la politica italiana nella modernità”. “Come disse Leonardo Sciascia, che si ispirò a un racconto di Jorge Luis Borges, ‘la verità storica non è mai ciò che avviene, ma ciò che noi giudichiamo sia avvenuto, secondo come ci è raccontato’, l’omicidio dell statista democristiano ha segnato non solo una delle pagine più buie del nostro Paese ma ha palesato la fragilità di una classe politica che all’improvviso si scoprì vulnerabile e non perfetta. Io credo che una intera storia vada approfondita e che gli insegnamenti di Aldo Moro vadano realmente attualizzati partendo dalla necessità non solo simbolica di studiare Moro dal punto di vista della sua sensibilità politica e della sua formazione di cattolico democratico. Il suo è un patrimonio politico di cui forse l’Italia ha disperato bisogno per rispondere con il merito e con la preparazione a quella decadenza qualunquista che troppo spesso pervade la politica attuale”. 

 


 



 

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